venerdì 27 agosto 2010

In partenza...

Stanotte alle 2 si parte per l'Italia!

La Pem ha pianto come al solito per la nostra partenza (lo fa anche quando andiamo 2 giorni a Singapore), poi mi ha detto:
Bhe' dai che tre mesi passano in fretta, vai a casa da tua mamma a cui sarai
mancata tanto e, come fanno tutte le mamme, ti preparera' tante cose buone da
mangiare. Poi per di piu' sei anche figlia unica (cosa stranissima per qui), e a
te piace tanto cucinare e mangiare quindi sara' ancora piu' felice di
vederti e ti rimpinzera' da matti! E quando tornerai... sarai di nuovo bella
cicciottella come quando sei tornata l'anno scorso!!

Mannaggia! e dovrei anche prenderlo come un complimento visto che qui tutti vorrebbero essere piu' grassi ma difficilmente ci riescono!

Pero' ha proprio ragione! e io mangero tutto come sempre con gran soddisfazione!! e non solo io, anche Cri! L'anno scorso in 3 mesi abbiamo preso 10 kg a testa!!!! lo so e' troppo, cercheremo di trattenerci, ma come si fa??
Poi tanto quando siamo qui li perdiamo di nuovo quasi tutti!

Ora vi saluto, vado a chiudere le valigie con i krupuk e tutto il resto!

Arriviamo!!!

giovedì 26 agosto 2010

Kerang = Conchiglie!

Ieri abbiamo visto la foto delle cozze di Chiara e ci e' venuta una voglia matta (e' proprio il caso di dirlo!) di un'impepata di cozze!
Allora nel pomeriggio siamo passati da Warsono, che e' un signore che ha un warung kerang a ordinare un po' di conchigliame per questa sera.
I warung sono dei ristorantini fissi o su ruote che spuntano dal nulla ai bordi delle strade all'imbrunire e danno da mangiare ogniuno le sue specialita'.
Solitamente hanno un telo stampato appeso al bordo del tetto che ripara dal sole e dalla pioggia e funge da cartellone pubblicitario, con sopra stampato, a parole o disegni, la specialita' che offrono.
Sulla bancarella mobile di Pak Warsono c'e' scritto Sedia Kerang, ovvero: la specialita' offerta sono le conchiglie.
Forse in indonesiano esistono dei nomi per ogni tipo di conchiglia, ma forse no visto che nessuno li conosce e vengono sempre e solo chiamate kerang, cioe' appunto conchiglie. Oppure forse e' solo che per loro non fa differenza. Ma tanto non importa, ormai sono anni che conosciamo Pak Warsono e lui ci capisce, cosi' gli abbiamo ordinato le conchiglie nere un po' verdi (cozze), le conchiglie bianche paffute (tipo vongole ma piu' grandi), e le Tiram, che sono le ostriche (almeno loro hanno un nome!).
Questa sera siamo andati a ritirare il nostro ordine e ci siamo fatti una bella mangiata!
Purtroppo era presto e Warsono non aveva ancora preparato il suo banchetto, altrimenti gli avrei fatto una foto. E' davvero buffo vedere un carrettino ambulante, tutto organizzato con secchi d'acqua, luci a petrolio, contenitori di vario tipo per vendere le conchiglie 'a porzione' in base alla grandezza, il tutto sul bordo di una sdrada e con il ripiano del banchetto pieno di ostriche, lumache di mare, vongole, arselle e cozze!
Ecco le ostreghete...

Mi viene sempre in mente l'ostrichetta di Alice nel Paese delle Meraviglie quando mettendo il limone l'ostrica si muove tutta... poverina... ma buona, mooolto buona!!
Ci siamo lappati in un niente una quindicina di ostriche a testa e poi abbiamo proseguite con cozze e vongole, una bonta'!!
Eravamo cosi' impegnati a mangiare tutto questo conchigliame che mi sono scordata di fare la foto alle cozze! ma vi assicuro che erano davvero buone!

mercoledì 25 agosto 2010

I nomi delle spezie - I tuberi

Quando ho postato la foto delle spezie volevo scrivere quali fossero in italiano, ma... non mi ricordo mai le traduzioni e le corrispondenze!!
Oggi poi Chamki mi ha parlato di Galunga, e di nuovo mezz'ora a cercare di capire quale spezia fosse...
Allora ho pensato che prima o poi dovevo decidermi a farmi uno schemino con i nomi indonesiani e i corrispettivi nomi italiani e inglesi perche' non mi ricordo mai le traduzioni ed e' un pasticcio anche quando leggo le ricette su internet e voglio provarle a fare qui ricordandomi solo i nomi indonesiani!
Ma poi e' sorto il problema: gia' ma dove le scrivo queste traduzioni? Sull'ennesimo foglietto che perdero' chissa' dove?
Visto che cercando informazioni su internet ho trovato anche delle notizie curiose su questi tuberi ho pensato di postarlo qui, con un titolo facile facile cosi' potro' ritrovarlo in fretta e anche voi, chi lo sa', se avrete bisogno un giorno di comprare sello zenzero in Indonesia saprete come si chiama!

Queste sono le spezie che avevo comprato...


Indonesiano (Java): Kunir
Indonesiano (Bali): Kunyit
Italiano: Curcuma
Nome Botanico: Cucurma longa
Inglese: Turmeric
Francese: Curcuma

-Curiosita': Viene usato essicato e ridotto in polvere oppure schiacciando il tubero fresco. Anche le foglie fresche vengono usate per dare sapore ad alcuni pietanze avvolgendole all'interno della foglia ed eventualmente cuocendola cosi' 'imballata', rilasciando il particolare aroma.
Viene usato come colorante in moltissimi cibi confezionati (formaggi, yogurt, biscotti, torte, succhi d'arancia, cereali, gelatine, gelati...) se sull'ettichetta trovate la sigla E100, bhe'... contiene Kunir!
Nell'Europa medioevale era conosciuto come zafferano indiano perche' veniva usato per dare colore giallo alle pietance in un modo meno costoso che non usando lo zafferano.
Inoltre pare che la pianta tenga lontane le formiche!! L'anno prossimo ne piantero' a decine e vi diro' se e' davvero cosi'! Sarebbe fantastico... io oooodio le formiche!!


Indonesiano (Java): Jahe
Indonesiano (Bali): Jahe
Italiano: Zenzero
Nome Botanico: Zingiber Officinale
Inglese: Ginger / root ginger
Francese: Gingembre

-Curiosita': Bhe' che dire, ci si fa di tutto, dalle caramelle, al the, al vino, pane, biscotti, si fa candito, in insalata, sott'olio, ci si insaporiscono bevande, verdure, carni, si mette nel caffe' turco, nella birra al ginger greca di Corfu', nel ginger ale, e chi piu' ne ha piu' ne metta!
Che dire che non si sappia gia?
Ah ecco, forse che la pianta viene spesso usata dagli architetti paesaggisti per le viste a lungo raggio dei villoni e dei resort per creare distese dall'aspetto selvatico!



Indonesiano (Java): Kencur
Indonesiano (Bali): Cekuh
Italiano: Galanga minore
Nome Botanico: Alpinia officinarum
Inglese: lesser galangal, Aromatic ginger
Francese: Kencur, petit galanga, galanga de la Chine

-Curiosita': Fino al medioevo veniva usato tantissimo nella cucina Europea, mentre ora si usa solo piu' nell'Europa dell'Est e in russia, dove aromatizza il liquore Nastoika e molti condimenti. Si pensa abbia proprieta' afrodisiache.


Indonesiano (Java): Laos
Indonesiano (Bali): Isen, Lengkuas
Italiano: Galanga
Nome Botanico: Alpinia galanga
Inglese: Grater galangal
Francese: Laos

Seppur sia una delle spezie piu' comunemente usate in Indonesia non so nulla di curioso su questo tubero!


Indonesiano (Java): Kunci, Temu kunci
Indonesiano (Bali): Temu kunci
Italiano: sconosciuto
Nome Botanico: Boesenbergia rotunda (ma secondo altre fonti e' Kaempferia pandurata roxb, e secondo alte e' Boesenbergia pandurata...)
Inglese: Fingerroot, Chinese ginger
Francese: sconosciuto

-Curiosita': bhe' questo e' davvero curioso: non ho idea per cosa si usi, non l'ho mai usato ne' mai sentito nominare, su internet si trovano pochissime informazioni, la pianta e' carina e fa un bel fiore e visto che l'ho comprato solo perche' era l'unica spezia che mi mancava e la commessa ha detto ma dai, su, prendi anche questa! ora penso che lo piantero' in giardino! hihihi


Indonesiano (Java): Kluwak, Keluak
Indonesiano (Bali): Lunak,
Italiano: a me sconosciuto, qualcuno sa aiutarmi?
Nome Botanico: Pangium Edule
Inglese: a me sconosciuto...
Francese: idem come sopra!

-Curiosita': I frutti freschi sono mortalmente venelosi, nonostante pare che siano parte integrante della dieta del babirusa. Prima di essere venduti vengono bolliti e sotterrati per quaranta giorni sotto terra e foglie di banana. Il colore cambia da crema a marrone scuro quasi nero. La sostanza velenosa viene cosi' rilasciata e quando devono essere utilizzati si spaccano e si aprono, il contenuto del seme viene messo in acqua tiepida e poi sciaquato, lavando cosi' via la sostanza velenosa.
Piccola nota: io l'ho scoperto ora e mi e' preso un colpo! e pensare che ho sempre visto quell'acquetta di ammollo come l'acqua in cui si mettono a rinvenire i funghi secchi ed ero sempre li li' per usarla!!


Indonesiano (Java): Tumbar
Indonesiano (Bali): Ketumbar
Italiano: Coriandolo, prezzemolo cinese
Nome Botanico: Coriandrum sativum
Inglese: Coriander
Francese: Coriandre

-Curiosita': Piu' delle foglie (che usiamo praticamente solo per il Guacamole) qui si usano i semi. In Europa anche l'uso di questa spezia e' in forte declino rispetto ai secoli passati. In Belgio viene i semi vengono usati nella preparazione di alcuni tipi di birra. Da noi vengono usati per la preparazione di confetti, del pampepato e di alcuni tipi di salsiccia.
Ci sono ritrovamenti davvero antichi di questa pianta: nei pressi di Israele risalgono all'era Pre-neolitica tra il 7500 e il 6000 AC!, poi anche nella tomba di Tutankhamun in Egitto, e risalenti a piu' di 2000 anni AC in grecia, venne poi citata anche nella Naturalis Historia di Plinio.
Ma la cosa forse piu' curiosa e' il suo legame con "la Manna dal cielo". Avete presente il modo di dire e' una manna, o e' una manna dal cielo? che deriva dall'esodo del popolo d'Israele, quando Dio ha mandato la Manna dal cielo perche' potessero cibarsi... Bhe' nella Torah, nella Bibbia e nel libro sacro musulmano (di cui non ricordo il nome!) viene descritta come simile ai semi di coriandolo!
Oppure, altra cosa curiosa, da questi semi rivestiti di zucchero prendono nome i coriandoli di carnevale, che sono poi cambiati prima in palline di gesso e ora in ritagli di carta!


Indonesiano (Java): Jinten, Jintan
Indonesiano (Bali): non mi ricordo... pardon!
Italiano: Cumino
Nome Botanico: Cuminum cyminum
Inglese: Cumin
Francese: ?

-Curiosita': Anche la storia del cumino e' molto antica e ci sono ritrovamenti datati a oltre 4000 anni fa, e' menzionato nella Bibbia ed era conosciuto ed usato da antichi greci e romani.
Nel Medioevo c'era una superstizione secondo la quale il cumino frenava i polli e gli amanti dallo scappar via! quindi era uso che gli sposi ne portassero addosso durante la cerimonia nunziale per avere una vita felice (o senza fuga di uno dei due!).
In Val d'Aosta cresce spontaneo e viene usato nella preparazione di alcuni formaggi.


Prima o poi mi decidero' a cercare le traduzioni anche di tutti i semi, semini, polverine e foglie varie che si usano da queste parti e postero' anche quelle!

martedì 24 agosto 2010

Il lato oscuro della spesa: spezie, krupuk e sambal

L'altro giorno quando siamo andati a fare la spesa, oltre alle cose che abbiamo comprato per noi abbiamo anche preso un po' di cibaglie da portare ad un paio di amici Indonesiani che vivono in Italia...
Quando qualcuno viene a trovarci adoro quando portano a noi qualche souvenir mangereccio! Le ultime volte sono stati capperi e salame siciliano con i pistacchi, quella prima parmigiano e dolce tipico astigiano... e' davvero una cosa che ci prende per la gola!
Nel senso inverso, Indonesia-Italia, anziche' Italia-Indonesia, questo e' quello che portiamo in valigia:
Ci sono tuberi di vario tipo, salsine e condimenti piu' o meno piccanti come la sambal e il kecap, che non ha niente a che vedere con il tomato ketchup (si scrive cosi'?) e i Krupuk.
Praticamente portare le spezie di qui a un indonesiano in Italia e' come portare capperi, olive e prezzemolo a noi qui, le salse come una bella bottiglia di olio extra-vergine di quelli 'fatti in casa' densi densi che a pensarci mi vien voglia di mangiare una ciabatta intera a colpi di olio e sale, e i krupuk come del buon pane fresco croccante di montagna!

I krupuk (o kerupuk) sono tipo le nuvole di drago e ce ne sono di un'infinita' di dimensioni e di gusti, e friggendole nell'olio bollente si ingrandiscono e diventano croccanti e porose, come le nuvole di drago appunto, ma piu' saporite.
Quelli piccoli vengono fritti una manciata per volta, ma pensate che quelli grandi a destra della foto sopra, devono essere fritti uno a uno e nel momento in cui si immergono nell'olio bollente devono essere 'tenuti' ai lati con i cucchiai in modo che si allarghino senza arricciarsi troppo! Insomma, un lavorone!

Quando avevamo fatto l'inaugurazione della casa, anzi il Selamatan, l'anno scorso avevo postato il video del momento della frittura dei krupuk piccoli, lo trovate in fondo a questo post. Volevo ricaricarlo ma... abbiate pazienza, mi si prospettava un'attesa di piu' di due ore per via del collegamento lentissimo di oggi!

domenica 22 agosto 2010

Che compro quando vado al mercato?

L'altro giorno ho visto il post di Chamki su quello che si trova al mercato in India e cosi' oggi al mercato ho fatto un po' di foto per mostrarvi quello che si trova qui in Indonesia...
Inanzitutto dovere sapere che dopo anni di prove e tentativi di acquisti a tutti i banchi di tutti e due i mercati del 'paese grande' che e' a 40 minuti di macchina da casa nostra, abbiamo selezionato i venditori 'migliori' per categorie.
Quindi abbiamo un banco per la carne di vitello, due (uno per mercato) per il pollo, uno per le verdure e uno per la frutta. Praticamente compriamo sempre negli stessi posti, ormai ci conoscono, sanno cosa vogliamo, sono al corrente delle nostre 'stranezze' e i prezzi sono quasi fissi. Poi c'e' un mercato a parte per il pesce, che vi avevo gia' mostrato qui.
Oggi ho fotografato solo i banchi della verdura e della frutta, anche perche' quelli della carne sono un po' troppo caratteristici e poco fotogenici se li si guarda come fonte di approvigionamento cibo intendo, perche' come foto da turista invece sono piu' che fotogenici!

Il posto dove compriamo la verdura ha addirittura l'insegna all'interno del mercato:

Yanto e' il nome del proprietario e sayur significa verdura.

In realta' non sono proprio 'banchi' del mercato perche' sono delle sorte di mini negozietti con le serrande che si alzano e che stipano il piu' possibile di generi alimentari all'interno, poi la mattina quando aprono, riversano parte del contenuto del negozio nel corridoio che diventa piccolissimo con gente che passa, che compra, che aspetta e soprattutto con frotte di signore bassotte e cicciottelle che passano spintonando tutto e tutti.

Eccolo qui, questo e' tutto lo spazio che ha, due serrande su un corridoio e una che da' sull'altro corridoio perpendicolare:In fondo alle seconda serranda c'e' lui, Yanto, che fa tutti i conti e prende tutti i soldi, mentre 5 o 6 ragazzini pesano le vedure e servono i clienti. fate conto che e' tutto piccolino: lui e' piccolino, la seggiolina su cui e' seduto sara' alta 25cm, il tavolo sara' non piu' di 50cm di altezza, insomma e' tutto in miniatura, e questo e' il suo segreto per riuscire a far stare di tutto, ma proprio di tutto in quel buco di negozio!

Tanto per rendere meglio l'idea questo e' l'interno del negozio:

e pensate che ha addirittura due piani!
Non scherzo, giuro, gli scaffali hanno dei supporti in legno che fungono da scale e ogni tanto Yanto si arrampica e sparisce 'al secondo piano' a prendere qualcosa di impensato!

Tutto lo spazio e' sfruttato al massimo, anche a fianco delle serrante, in alto, dove c'e' appesa un mucchio di roba, tutta con un suo ordine e divisa per settori:

Sulla destra ci sono condimenti e brodo in polvere, mentre sulla sinistra shampoo e bagno schiuma.

Tantissime delle cose che vendono qui sono confeezionate cosi' in strisce di bustine staccabili, e' una sorta di pre suddivisione per facilitare la distribuzione. Praticamente Yanto, come altri di negozi 'grossi' (hihihi) comprano l'espositore, come quello della foto qui sopra delle bustine rosse con scritto Dijual Royco sapi (Royco e' il nome indonesiano della Knor anche se non ha per niente lo stesso gusto), poi le signore dei negozietti vengono qui a comprare le 'strisce' (parlo di bustine di dado non pensate male!) che metteranno esposte nei loro negozietti dove le compratrici aquisteranno le singole bustine ogni giorno.

Sempre appese ci sono anche le nuovolone di drago ai gamberetti che vedete qui sotto:

Appoggiati e appesi sugli scaffali all'interno ci sono invece tantissimi prodotti per la pulizia di ogni genere, olio di palma, sciroppi di frutta, salsine in bottiglia e quant'altro ci possa stare:

Sul banco vero e proprio che viene posizionato per meta' nel corridoio comune del mercato ci sono tutte le verdure divise in cassette di plastica e in cesti di foglie di palma:

Considerate che questo e' il banco piu' fornito nel raggio di due ore di macchina da casa nostra, quindi quello che vedere e' praticamente tutto quello che si puo' trovare!

Ma la cosa migliore del negozio di Yanto e che dall'inizio di quest'anno ha iniziato a sfruttare degnamente il frigo che aveva da tempo facendosi arrivare peperoni e zucchine e ampliando cosi' decisamente la possibilita' di ricette di cui abbiamo gli ingredienti!

Ogni domenica, quando veniamo al mercato e giriamo l'angolo del corridoio di Yanto attraversiamo il negozietto con il fiato sospeso fino ad arrivare a questo orribile ma importantissimo frigorifero: Si lo so e' tremendo, e per di piu' oggi c'erano solo peperoni mezzi ghiacciati e cavolfiori decisamente troppo maturi, pero' considerate che e' l'unica fonte che abbiamo di verdure diverse da pomodori, patate, melanzane, broccoli, cavolfiori e qualche cespo di insalata ricciolina!

Al piano superiore del mercato c'e' la zona riservata a cane e pesce e oggi abbiamo fatto solo un salto veloce a prendere due gamberi, poi siamo andati in un altro mercato, dove vendono la frutta.

Si lo so, e' una bella rottura, due mercati per verdura e carne, un mercato a parte per il pesce, un altro ancora per la frutta... non ditelo a noi!

Dopo enorme girovagare per mercati diversi, questo e' stato il bottino portato a casa! hihihi i gamberoni non potevano mancare altrimenti non e' un post copiato come si deve!

sabato 21 agosto 2010

Che fatica arare!

Appena il 'guidatore' dell'aratro si distrae un attimo...

no, non preoccupatevi, non e' caduto! sta solo facendo un riposino!

In attesa di essere liberati...

per potersene andare a zonzo e brucare un po' d'erba in liberta'!

I due bufali che ci arano la risaia sotto casa sono talmente carini che ogni tanto verrebbe voglia di dire al proprietario di portarli a pascolare un po' la mattina... fa cosi' esotico trovarseli davanti a casa appena svegli!

venerdì 20 agosto 2010

Ultimo pavimento posato: il palchetto

Domenica scorsa sono cominciati i lavori della posa del palchetto in camera nostra.
E' l'ultimo pavimento della casa che ci mancava!!

Nano (e' il suo nome, comunque, per la cronaca, e' molto basso) e il suo aiutante Toh hanno cercato con tutte le loro forze di fare il sottofondo il piu' in piano possibile...
Poi ci sono state innumerevoli discussioni sul tipo di colla da usare perche' Humar gli aveva messo in testa che la colla epossidica non funzionava bene ed era difficilissima da usare... Abbiamo addirittura dovuto fare una prova nella cabina armadi (che mi sono scordata di fotografare) meta' con l'epossidica e meta' con un cianoacrilato, che logicamente non ha incollato un tubo, per dimostrargli che non era vero!
Ebbene si', abbiamo passato la domenica di ferragoso a posare il palchetto nella cabina armadi!!
C'e' stato da ridere davvero... Io e Cri, due che non avevano mai posato un palchetto (ma che almeno l'avevano visto fare piu' volte), che spiegavano a due, Nano e Toh appunto, che non avevano mai visto un palchetto come farlo!
E cosi' tutti e 4 appassionatamente, chini sul palvimento, al 15 di Agosto a posare palchetto!

Comunque, per fortuna, i due muratori tuttofare che vengono dalla montagna hanno imparato subito, sono poi tornati a casa perche' martedi' era la festa dell'Indipendenza e non c'e' proprio verso di far lavorare nessuno.
Ieri hanno iniziato di gran lena a posare il palchetto nella camera:


tutto sta nell'imparare il metodo no?
Questa mattina erano gia' a questo punto:
e alle 4 di oggi pomeriggio... voila' era fatto!
Ora ci sara' da levigarlo, stuccarlo e finirlo ma in queste cose i ragazzi della fabbrica sono abbastanza bravi da lasciarglielo fare a cuor leggero anche mentre noi saremo in Italia! hihihi

E con il palchetto in camera si puo' dire che abbiamo FI-NI-TO!!!!!!

A parte dare il bianco, pulire e verniciare i pavimenti in legno e quelli in pietra, far fare gli ultimi ritocchi ai serramenti, montare i sanitari, la cucina, i mobili... bhe' insomma... mi sa che non abbiamo proprio finito del tutto pero' almeno possiamo dire che muri, cemento vario, intonaci, pavimenti, impianto elettrico, impianto idraulico e serramenti sono finiti!
Ecco i tempi:
da quando abbiamo comprato il terreno sono passati 2 anni, 3 mesi e 6 giorni
da quando abbiamo iniziato i primissimi lavori sono passati, 2 anni, 2 mesi e 23 giorni
da quando sono arrivati i muratori (seri) sono passati 2 anni e 17 giorni
da quando abbiamo iniziato i lavori della casa sono passati 1 anno, 1 mese e 18 giorni
Considerando che siamo stati anche in giro per un po' e' stata una costruzione 'fai da te' anche se con manodopera, direi che siamo piu' che soddisfatti!

lunedì 16 agosto 2010

Alle nozze di Arista - III tempo

Allora mettetevi belli comodi con una bibita fresca perche' dopo la prima e la seconda puntata questa terza e ultima puntata sul matrimonio di Arista e' decisamente lunga, lunga, lunga!

La sera prima del matrimonio vero e proprio, nelle case delle famiglie dei due sposi, iniziano ad arrivare amici, parenti e vicini per chiacchierare sui festeggiamenti che si terranno il giorno successivo e ‘tenere compagnia in attesa che cominci la festa’. I padroni di casa si bullano di quanto hanno organizzato le cose in grande, i vicini antipatici e strafottenti cercano di trovarli in fallo su qualche punto dell’organizzazione della festa sottovalutato o elencando le miriadi di cose che si potevano fare ‘di piu’ per fare una festa ancora migliore, solitamente ottenendo il risultato che il malcapitato padrone di casa decida la mattina seguente di effettuare modifiche e spendere ancora piu’ soldi per aumentare la magnificenza della festa, gli amici passano a dare consigli, in questo caso sulla fatidica ‘prima notte’. Quindi alla fine della fiera, fanno una serata di festa di addio al nubilato e celibato rispettivamente ma senza spogliarellisti, donnine eccetera, alla vecchia maniera insomma.
Io non sono andata da Arista, ero stanca, sarei dovuta andare da sola e mi hanno detto che non e’ consigliabile girare di notte da sole in questa zona (hihihihi, quando le strambe dicerie tornano utili diventano sempre piu’ ragionevoli!)

Sono andata il giorno dopo, prima che cominciasse la festa, con il mio sacchettino contenente il vestito da festa, pronta per essere truccata e acconciata come era stato deciso.

La truccatrice parrucchiera con la sua assistente impicciosissima (tutto il mondo e’ paese!) mi ha fatto sdraiare sul letto per truccarmi mentre la compare mi faceva il terzo grado. Dopo aver riso per mezz’ora dell’incompetenza dei truccatori occidentali che, pensa un po’, truccano la gente da seduta, mentre una mi distraeva l’altra… Zacchete! Con un colpo secco e deciso di lametta da rasoio d’antiquariato mi ha fatto saltare le sopracciglia quasi del tutto.
Mentre ringraziavo il cielo che non mi avesse ferito con quel pezzo di ferro arrugginito e stavo per afferrarla alla giugulare per recidergliela come fanno quelli della Coop li’ da voi, lei tira fuori degli adesivi appositamente ritagliati e me li appiccica sulle palpebre. Si, degli adesivi! Hanno gli occhi piccolini e poco spazio e la palpebra gli si ripiega su se’ stessa quando aprono gli occhi non come succede a noi, ma con una piega doppia (non l’avevo mai notato fino a quel momento), quindi per evitare che il trucco si impiastricci tutto applicano questo adesivo sulla palpebra che la rinforza e evita che si ripieghi quando l’occhio si apre. E’ assurdo!
Io pensavo a come l’avrei staccata una volta a casa, a che diavolo di tipo di colla poteva avere quell’adesivo in un posto dove tutti mettono nel cibo sostanze che danno problemi neurologici decisamente gravi (non e’ sarcasmo, giuro, chi vive in Asia sa di cosa parlo), e stavo per chiederle se almeno erano adesivi fatti apposta per quello scopo quando c’e’ stato un attimo di scompiglio. Cercavano tutti una boccetta di colla che era stata imprestata per aggiustare degli adesivi applicati sulla faccia della sposa, e quando e’ stata trovata c’e’ stato il dilemma a riguardo del colore del cappuccio di quella boccetta. Io mi ero distratta per via dell’altra colla, quella sull’adesivo sulla mia palpebra e così non avevo capito bene la questione. Quando un istante dopo ho visto la truccatrice prendere un’altra boccetta di colla, identica se non per il colore del cappuccio, e usarla per incollare l’interno di una ciglia finta, ho capito che il dilemma sul cappuccio invertito della boccetta di colla mi riguardava piu’ di quanto credessi.
Ma tanto e’ inutile ribellarsi, la donna e’ bella corposa e decisa, ha truccato 8 bambine che si dimenavano come matte oltre alla sposa, le sue sorelle, la madre ecc… insomma, quel giorno ne aveva viste troppe per non rispondermi si, si hai ragione e incollarmi con fare deciso la ciglia dalla colla non meglio dichiarata sul mio povero occhio.
Ormai ero rassegnata all’idea di diventare ceca da lì a poco, quindi le ho lasciato finire di impiastricciarmi con la matita le sopracciglia e le labbra senza ulteriori discussioni.

Finito con la faccia ha attaccato con i capelli. Una cotonata così non l’avevano mai vista i miei capelli, davvero. Sembravano quelli di Melanie Griffith nella prima parte di Una donna in carriera! E’ riuscita a fare uno chignon di dimensioni enormi racchiuso in una retina con una manciata di capelli lunghi poco piu’ delle spalle che non avete idea.Poi con i capelli rimanenti ha fatto un’onda laccata che sembrava di plastica (aveva una bombola di lacca di dimensioni improbabili) sul davanti e ha coronato (e’ proprio il caso di dirlo) la sua giornata di lavoro con la posa di una coroncina di bigiotteria tempestata di diamanti.
Ah che soddisfazione era stata per lei truccare e acconciare una bianca e per di più bionda. La sua fierezza era arrivata a dei livelli stratosferici.
Bon, finito? Quindi posso guardarmi allo specchio finalmente? Era ora!

Avete presente una bambola. Uguale. Ciglioni finti che più finti non si può, labbrone ‘sagomate’ a boccuccia di rosa, chignon con onda e coroncina di diamanti, e dulcis in fundo (e qui ho davvero temuto per la mia salute) per fare pandan con la coroncina si e’ tanto gentilmente staccata gli orecchini dai lobi per cedermeli per la serata. No ma guarda, davvero, i miei buchi ormai sono chiusi da anni,… sembra che ci siano ma in realtà non posso mettere gli orecchini… davvero si sono risaldati, praticamente sigillati… Secondo voi e’ servito a qualcosa? No. Infatti.

Tutto ciò e’ successo con amiche e parenti della sposa che entravano per vedermi truccare, signore anziane che da dietro la finestra socchiusa sbirciavano con stupore, e ragazzi e uomini che nella sala antistante alla camera sfruttavano l’andirivieni per intravedere cosa stava succedendo.

Una volta finito tutte le ragazze presenti hanno logicamente voluto la foto di rito con la straniera in abito e acconciatura da festa.
E subito ho capito che in realtà Yanti aveva proprio ragione, non era per paura di un licenziamento in tronco che dipendenti e fornitori non si sarebbero osati a prendermi in giro. Ero proprio bella ed elegante così conciata secondo loro!

Subito dopo e’ stato celebrato il matrimonio.
Arista e’ venuta a cambiarsi d’abito nello stanzino del trucco e, agitatissima, e’ uscita seguita da tutte noi per sedersi a terra su delle stuoie a fianco del futuro marito, di fronte ai due religiosi che hanno celebrato il rito. Noi tutte eravamo dietro di loro, e ai lati del basso tavolino a cui erano seduti c’erano i due padri, della sposa e dello sposo.

Il rito era quello musulmano; in altri matrimoni a cui siamo stati qui abbiamo visto che questa parte si svolgeva tra il futuro marito e il padre della sposa.
La sposa se ne stava seduta da un’altra parte, per conto suo, mentre il padre, il fidanzato e i due religiosi pronunciavano le formule di rito e firmavano i documenti.
Praticamente la sposa non era presente.

Ora apro una piccola parentesi, perché quando ci vuole ci vuole. Io rispetto le usanze degli altri (altrimenti non avrei avuto in faccia quelle due colle sospette quel giorno, e non morirei di caldo a 35 gradi tutti i giorni con pantaloncini sotto il ginocchio e maniche alle magliette, non mangerei o berrei tutte le schifezze disgustose che ti offrono quando vai a trovare qualcuno e che mi fanno stare seduta sul bagno per due giorni, e non mi porterei la mano al cuore dopo aver salutato qualcuno) ma come si fa??? E‘ uno schifo.
Decisamente non mi ritengo una femminista o una paladina delle pari oppurtunita’ dal momento che penso che ci siano lavori non adatti alle donne, che ritengo assurdo che una stia a casa un anno e mezzo in maternità, e mille e mille altre cose che non centrano davvero nulla con questo post sul matrimonio di Arista. Ma questo è troppo.
E lo ripeterò ancora una volta: Ma come si fa??? E’ uno schifo.
Non mi dilungo oltre, tanto e’ uno schifo (!), chiusa parentesi.

Quindi dicevamo, Arista, santa donna, ha voluto essere ben presente a ‘coinvolta’ (per lo meno ai limiti di quanto le fosse possibile) in questa cosa che riguardava la sua intera vita, quindi era seduta al tavolo anche lei.
Tutto il coinvolgimento è stato infinitesimalmente piccolo, ma essenziale, almeno dal mio, e dal suo punto di vista.Così combinati, seduti tutti attorno al tavolo, il padre di Arista ha parlato con lei davanti a tutti e le ha chiesto se lei voleva sposare quell’uomo, che si era presentato a lui chiedendo la mano della figlia, e al quale lui aveva dato il benestare. Tenendo alla felicità della figlia, voleva sapere se anche lei voleva sposarlo, prima di dare il consenso definitivo avanti a testimoni ospiti e religiosi.

Arista ringrazia il padre del privilegio concessole
Dopo il sì di Arista hanno iniziato con tutte le formule di rito, le spiegazioni dei doveri di un buon marito in lingua araba e poi in lingua indonesiana fino alla consegna finale del Buku Nikah, un librettino delle dimensioni di un passaporto che testimonia il fatto che i due sono sposati.

Già perché in Indonesia ci sono delle regole scellerate sui matrimoni e la documentazione relativa.
Ad esempio, al momento del matrimonio i due sposi devono dichiarare la religione a cui appartengono, Ateismo e Agnosticismo non sono accettati come risposta. I due devono essere della stessa religione. Se non sono della stessa religione uno dei due deve convertirsi e fare una dichiarazione scritta di rinunciare (e rinnegare) la sua religione. Al massimo un uomo musulmano può sposare una donna Ebrea o Cristiana dichiarando che sposa una Donna dei Libri, ad indicare che la religione di lei condivide le stesse radici storiche e culturali dell’Islam, ma deve anche dichiarare che i figli verranno cresciti come vuole la tradizione islamica. Se i due si sposano con un rito diverso da quello musulmano devono fare due cerimonie, una nel luogo religioso di appartenenza e una all’Ufficio del Registro Civile. Se invece, come in questo caso, si sposano secondo il rito musulmano, basterà una sola cerimonia fatta dove più gli aggrada e al termine della quale viene consegnato loro questo libretto che funge da certificato di matrimonio sul territorio indonesiano.
Altre due note altrettanto scellerate che centrano meno ma sono comunque in argomento: gli ospedali possono rifiutarsi di far partorire ragazze madri (senza il ‘libretto’) e in effetti lo fanno spesso, e bambini figli di padre ignoto incontrano enormi complicazioni per l’ammissione a scuola.

Tornano a noi, i due sposi avevano dunque il loro bel libretto con cui si sono fatti fotografare in diverse pose. I due religiosi hanno fatto battutine per sciogliere la tensione del tipo, mi raccomando controllate che sul libretto la foto di vostra moglie e marito siano giuste, che non siate stati sposati per errore con qualcun altro a cui tutti, me compresa, hanno riso in segno anche di cortesia.
Ed eccolo lì, il gran simpaticone della battuta subito che prosegue ah! Come sono divertente! Anche la straniera elegante mi capisce e ride.
Mi infastidisce essere al centro dell’attenzione e oltre tutto ritengo davvero maleducato esserlo al matrimonio di un'altra persona.
Ma quello e’ stato il meno, il peggio e’ arrivato dopo quando ci sono state scene come quella dell’altra sorella di Arista che davanti agli invitati e alla sposa dichiarava apertamente che la più bella della festa ero io.
Ma dico! Non si fa! Ma come diavolo è possibile che non sia una cosa orribilmente maleducata dire una cosa del genere davanti alla sposa!! Non li capiro’ mai…

Dopo le foto con i libretti, gli sposi si sono alzati e la sposa ha salutato il marito per la prima volta portando la mano di lui alla sua fronte e chinando la testa,

poi si sono nuovamente seduti e girando in ginocchio per la stanza la sposa ha salutato tutte noi ragazze e parenti del ‘supporting team’ le più ‘onorevoli’ con il salim, le altre con baci sulle guance.
Io e la sorella maggiore di Arista piangevamo come fontane.

Dopo essersi nuovamente cambiati d’abito ai due sposi e’ toccata l’infinita serie di foto con i tipici (in Italia, come in Indonesia) fotografi stressoni a indicare pose e atteggiamenti da assumere e ad urlare Foto con i parenti della sposa! Foto con gli amici dello sposo! E via dicendo…

Poi il marito di Arista e’ tornato a casa sua perché anche lì c’era la festa di matrimonio (mica se ne può fare solo una… non sia mai! Come rinunciare a un’occasione così? Vorrete mica far litigare i due sposi e relative famiglie il giorno stesso delle nozze? No, ci sono 2 sposi, si fanno 2 feste.)

Nel frattempo i due tendoni nel giardino della casa di Arista si erano riempiti di ospiti che, seduti ai tavoli, appena arrivati ricevevano un piatto di riso con carne e verdura per uno spuntino, una bottiglietta di tè freddo a temperatura ambiente, e avevano libero accesso a vari contenitori posti sui tavoli contenenti sigarette, dolcetti e snack vari.
Ora, a queste feste di matrimonio, si possono portare regali di vario tipo. Solitamente alcuni amici della sposa portano cose tipo lenzuola e asciugamani e tutti gli altri soldi o sigarette.
La praticità, unita alla svogliatezza di comprare un regalo, hanno la meglio e quindi quasi tutti portano soldi.

In tutte le feste i padroni di casa tengono un quadernino su cui scrivono il regalo portato da ogni invitato, e per questo se si regala una busta con dei soldi si scrive il nome di chi fa il regalo sulla busta.
Il motivo è semplice. Quando gli organizzatori di questa festa verranno in futuro invitati ad una festa tenuta da uno degli attuali invitati sapranno come regolarsi a riguardo dell’importo del regalo.
In realtà questa tecnica credo abbia delle eccezioni ben precise, perché non credo che se un giorno ci costringessero a fare un’altra festa a casa nostra i nostri dipendenti potrebbero ricambiare i regali, così come dubito che li ricambino a Kris.

Comunque, tonando ai regali di Arista, c’era un banchetto in cui le bambine raccoglievano i regali veri e propri, incartati in carta da regalo ma senza fiocco, e davano in cambio un scatolina contenente una candela di cera a forma di rosa come ricordino/bomboniera della festa.
Chi portava le stecche di sigarette, per lo più amici del padre, li consegnava invece direttamente al papà di Arista all’arrivo.
Le buste di soldi vengono invece consegnate quando si va via dalla festa, cioè dopo aver mangiato il piatto di riso ed essere rimasti un tempo variabile, tanto più lungo quanto e’ maggiore il legame con gli sposi, a guardare lo spettacolo e chiacchierare con gli altri ospiti. Vengono passate di mano in mano mentre si da la mano per salutare, come quando si da’ la mancia al facchino degli alberghi per capirci.
Arista quel giorno ha passeggiato fra i tavoli dalle 7 alle 2 di notte a raccogliere buste. Ne aveva una miriade, ogni 5 minuti doveva rientrare in casa a svuotare le mani piene di piccole bustine arrotolate. La festa se l’e’ ben ripagata e direi proprio che si e’ anche messa da parte un bel gruzzolo!
Tutti, ma proprio tutti, hanno portato buste. Addirittura alcuni che non sono potuti venire di persona alla festa le hanno fatte arrivare tramite altri invitati. Tantissimi nostri dipendenti hanno chiesto anticipazioni sullo stipendio per poter fare il regalo alla festa.

Io, Arista e Yanti
Mentre il padre di Arista raccoglieva stecche di sigarette e lei le buste c’e’ stato uno spettacolo sul palco montato per l’occasione.
Non e’ stato il Dangdut, dal momento che la festa era a casa della sposa e la famiglia abbastanza religiosa. Ma nonostante questo i ragazzi della fabbrica chiedevano a ripetizione che venissero cantate canzoni Dangdut all’uomo e alla donna che invece avrebbero dovuto fare uno spettacolino misto di canzoni e battute divertenti.

A un certo punto della serata le studentesse di ballo di Arista (nel tempo libero insegna una danza tradizionale alle bambine della zona) si sono esibite nella loro danza tutte truccate e acconciate da bamboline e con uno stuolo di bimbi che le guardava dal basso del palco con ammirazione e stupore.


Verso le due di notte la sposa e i pochi rimasti (noi abbiamo ceduto prima) si sono trasferiti a casa del marito.
Piu' che altro e' stata una cosa simbolica, la moglie portata dal marito, perche' in realta' i due dopo un po' sono tornati a casa della sposa, dove vivranno, seguiti dagli ospiti rimasti.

Qui c'e' una sorta di regola, La figlia piu' piccola, in questo caso Arista, eredita la casa dai genitori e quindi il marito si trasferira' a casa della famiglia di lei. In cambio i due giovani sposi si prenderanno cura dei genitori di lei quando saranno anziani.

C'e' anche una cerimonia tradizionale per questa occasione, che ci pentiamo di non aver visto ma si e' tenuta davvero troppo tardi.
A casa della sposa, su uno dei pilastri che sostiene il tetto (storicamente i pilastri di una casa hanno una grande importanza simbolica oltre che strutturale), all'inizio della festa di matrimonio viene appeso un sacchetto. Tutti gli ospiti portano delle monetine e le mettono in questo sacchetto.
Quando i due sposi tornano dalla casa del marito dove la sposa e' stata simbolicamente portata, un anziano del villaggio prende il sacchetto delle monetine, alle quali sono state mischiate noccioline e piccole cibaglie simili, e le lancia per terra, nel piazzale antistante la casa. I bambini raccolgono le monetine e le ragazze raccolgono e mangiano le noccioline che si dice diano giovinezza alla pelle.
Il significato simbolico di condividere con il villaggio la ricchezza della casa che e' stata lasciata in dote, conclude il matrimonio.
Io invece, vi lascio con queste foro di Arista...
La lunga coda di Gelsomini veri oltre a profumare per tutta la serata e' davvero un bel peso da portare in giro per una notte intera!

venerdì 13 agosto 2010

Alle nozze di Arista - II tempo

Scusate il ritardo in questa seconda puntata… Martedì 10 e’ iniziato il Ramadan e così tutte le moschee hanno iniziato emettere canti stonati, urla, stepiti, ululati di sirene, rumori di pentole e cucchiai sbattuti gli uni contro gli altri e chi più ne ha più ne metta… Non scherzo, fanno un casino della malora, ogni tanto arrivo addirittura a sperare che arrivino degli arabi a spiegargli come si prega… l’Islam l’hanno preso più ‘elasticamente’, ma sicuramente anche molto più rumorosamente.

Bando alle ciance, come vi dicevo, la giovane Arista (ha 20 anni), dopo aver pensato per settimane e settimane ai vestiti da indossare alle sue nozze ha dovuto organizzare i festeggiamenti.

La cosa divertente sono le spiegazioni che ti danno loro, ad esempio:
- Arista starà a casa una settimana prima del matrimonio per fare il ... (portate pazienza non ricordo più il nome, prometto di aggiornarlo appena me lo ricordano!)
- Ah si? e cos'e' il ...?
- E' un periodo di 'ritiro' appena prima del matrimonio in cui la sposa deve restare in casa senza poter vedere nessun uomo al di là dei parenti più stretti, del futuro marito, e dei parenti più stretti del futuro marito. Secondo la tradizione dovrebbe durare 3 settimane ma sono poche le ragazze che osservano questa tradizione del tutto; la maggior parte delle spose la prendono, con la classica elasticità religiosa, più alla leggera e ridimensionano quelle 3 settimane di 'ritiro' in un periodo più confacente alle loro esigenze. Nel caso di Arista la settimana sarà una sola.
- Quindi potra' occuparsi con calma di preparare tutti i festeggiamenti con la famiglia.
- Sì, anche, ma più che altro si fa perché così non vedendo uomini le viene voglia di andare a letto con il marito la prima notte di nozze.

Te lo dicono con una semplicità e un candore incredibili! Cioè voglio dire, c’e’ modo e modo di dire le cose, e soprattutto era decisamente sottointeso che il periodo di ritiro avesse quello scopo. Ma loro te lo sottolineano, e senza ammiccare, proprio solo per spiegarti la ragione di questa cosa, tranquillamente fatto davanti a fornitori ed alla futura sposa senza nessun problema per una spiegazione che, e’ in effetti ragionevole e cristallina, ma che da noi farebbe un po’ effetto dare in quel modo davanti all’interessata e ad altra gente.

Come sono diverse le usanze... da noi la festa di addio al nubilato/celibato e qui il 'ritiro fisico/spirituale’!!

Durante quella settimana sono passata a trovare Arista, per salutarla e per prendere accordi su vestito e acconciatura. Ah già, perché mi stavo dimenticando la parte più assurda/divertente di questo sposalizio….Quando nei mesi precedenti Arista ci mostrava le foto di modelli di vestiti, stoffe e acconciature che stava scegliendo, sapendo di farle un piacere, e cogliendo l’occasione di farmi un vestito ‘da festa’, le ho detto che magari potevo comprare anch’io un po’ di stoffa e farmi fare un vestito tradizionale.
Detto, fatto.
Kris e la moglie mi hanno comprato la Stoffa, Arista con la sorella mi hanno portata dalla sarta e prendere misure e spiegare come andava fatto il vestito per “Londo’ saya” (la mia straniera/olandese/caucasica). E di li’ a niente mi aveva convinto a farmi acconciare dalla sua truccatrice parrucchiera.
Quando l’ha proposto l’ha fatto con cosi’ tanto entusiasmo che non potevo tirami in dietro!Praticamente era’ più entusiasta quando mi ha chiesto questo di quando ci aveva detto che il fidanzato l’aveva chiesta in sposa!

Tornando alla mia visita da Arista, sono rimasta scioccata e sconcertata quando sono andata a trovarla.
Non l’avevo mai vista senza velo e senza pantaloni e maniche lunghe. E’ incredibile quanto fosse diversa in pantaloncini e t-shirt, con la frangetta sbarazzina che le cadeva sulla fronte e i capelli legati in una coda di cavallo nera come la pece. Ci sono rimasta davvero male, sembrava di parlare con una sconosciuta. Le ho parlato tutti i giorni per due anni e non riuscivo a mettere assieme due frasi. Non avrei mai detto che la fisionomia di una persona potesse cambiare cosi’ tanto. Incredibile. Chiusa parentesi.

Dunque la festa era già tutta belle che organizzata.
Le sorelle e le zie stavano già preparando cibaglie varie da offrire agli ospiti, gli Sra Srahan erano stati consegnati, il giorno dopo sarebbero arrivati gli addetti a montare i tendoni e posizionare tavoli e sedie al di sotto, a montare il palco per lo spettacolo, e gli inviti erano stati ‘stampati in bella calligrafia’, come avrebbero detto da noi una volta, e recapitati a tutti tranne noi.
Già perché a noi gli inviti non vengono consegnati.
In questo caso, essendo una nostra dipendente, ne’ a noi ne’ a Kris che e’ il suo capo. Sarebbe scortese. Consegnarci un invito sarebbe come dire: se non ti avessi invitato formalmente non saresti stato invitato o gradito e questo non e’ possibile. O meglio, non e’ concepito, sarebbe da veri maleducati.
Ha un ché di logica che in fondo condivido, soprattutto conoscendoli, però continua a farmi sorridere la concezione di cosa e’ cortese e cosa scortese in Indonesia.

Riguardo alla mia acconciatura e trucco non avevo potuto dire di no, come dicevo prima, però ero un po’ turbata dalla cosa. Avevo capito, dai mille discorsi su che tipo di addobbi, fiori e cose varie voleva farmi mettere in testa e in faccia, che sarei stata combinata ben bene tipo bambolina souvenir. E la cosa mi era sembrata un po’ ridicola.
Qui ti prendono in giro senza esclusione di colpi se sbagli l’accento di una parola, e infatti nessuno parla inglese anche se l’ha studiato per paura che tu lo sfotta, quindi mi ero detta, figuriamoci quando mi vedranno addobbata in quella maniera! Più che per vergogna era proprio il fatto che mi sembrava una stronzata, per dirla chiaramente.
Ma mi ero messa da sola in quel pasticcio, e Arista era troppo eccitata dalla cosa, che non mi sono mai spinta oltre un Però che sia una cosa semplice, non farmi fare una cosa troppo elaborata… e non sapevo come cavarmi d’impiccio.
Oltre tutto era stato deciso di farlo ‘segretamente’, come sorpresa per tutti, e così non si potevano neanche avere reazioni, battute o commenti anticipati.
Quando sono andata con Yanti, l’altra segretaria, a cercare il regalo per Arista, e le ho illustrato bene il mio punto di vista, lei mi ha assicurato che invece nessuno avrebbe osato ridere di me. Ma ancora non avevo capito se sarebbe stato per timore di un licenziamento in tronco o se era detto seriamente!

Come mi hanno conciato?
Ve lo racconto alla prossima puntata!

giovedì 5 agosto 2010

Alle nozze di Arista - I tempo

L'altro giorno volevo scrivere delle nozze di Arista.
Volevo fare tutta una spiegazione puntuale di quello che e' successo da cio' che ha causato la proposta alla fine della festa...
Poi ho pensato che sarebbe stato troppo lungo! allora alla fine ho decisamente scritto troppo poco! come giustamente mi ha fatto notare NonnaPapera...
Ora cerco di rimediare allora!

Questa storia del matrimonio inizia in realta' con un licenziamento. Ad Aprile abbiamo licenziato un ragazzo che lavorava poco e male e faceva lavorare male anche altri per via della sua fama di usare qualcosa di assimilabile alla magia nera. Quando e' stato licenziato e Arista gli ha pagato l'ultimo stipendio e la liquidazione lui le ha 'augurato' di non restare zitella.
Se volete vederla come la vedono qui le ha fatto un malocchio terribile e preoccupante ma per fortuna la magia non si e' avverata.
Se invece volete vederla alla fredda maniera occidentale dove le cose si muovono piu' come sequenze di cause ed effetti.... bhe'...: lei e' andata a casa preoccupatissima a lamentarsi dell'accaduto con amici, parenti, e... con il suo ragazzo. Poi si sa'... una cosa tira l'altra... e lui sentendola lamentarsi di restare zitella...
Bhe' in ogni caso bisogna ammettere che il ragazzo licenziato, seppur indirettamente, ha ottenuto il suo scopo, cioe' quello di far girare le scatole a noi!!

Gia' la proposta in se' e' una cosa strana:
I due ragazzi avevano gia' parlato tra loro del matrimonio ma con leggerezza e senza nulla di preciso o definito. Senza 'la proposta' per capirci.
Una mattina (scelta perche' propizia, naturlamente) lui con i genitori si e' presentato a casa di lei con tanto di anello a farle la proposta vera e' propria. Lei ha acconsentito e poi e' venuta in ufficio lasciando l'anello, il ragazzo, i genitori del ragazzo e i suoi genitori a casa ad organizzare e definire tempi e modalita'.
E questa freddezza con cui ve lo racconto non e' nulla confronto a quella con cui lei l'aveva raccontato a noi!
Non che non fosse contenta, o che non fosse sorpresa, anzi. Solo che l'ha presa cosi', un po' con freddezza, un po' con filosofia e con un po' di sollievo che la profezia/iettatura non si fosse avverata.Trovo che siano un po' tutti senza passione e con le emozioni smorzate al minimo, l'abbiamo gia' notato anche in altri casi, poi magari e' solo un'impressione ma...

Il giorno delle nozze e' stato scelto dal 'grande puffo' e sicuramente era localmente riconosciuto come un giorno propizio perche' ci sono state decine di matrimoni celebrati nello scorso week end qui nella zona!
A un mesetto di distanza dalla proposta, la data era fissata e Arista ha iniziato a pensare ai preparativi, ai vestiti, agli inviti...

Arista e' una ragazza religiosissima, almeno per la media di qui, e' l'unica tra quelli che lavorano per noi, oltre alla Pem che lavora a casa nostra, che prega davvero 5 volte al giorno. Bhe' sempre con un po' dell'elasticita' tipica indonesiana con cui prendono l'islam qui, naturalmente!
Gia' il suo nome fa un po' sorridere, visto che lei stessa dice che preferirebbe toccare un topo che non un maiale. Ma la cosa che mi fa davvero morire e' il fatto che, nonostante sia l'unica in tutta la fabbrica a portare il velo, e' la piu sexy e alla moda di tutte!
E gracilina e piccolina e si e' sempre spesa quasi tutto lo stipendio per farsi acquistare, dalla sorella che vive a Jakarta, vestiti all'ultima moda, scarpe con i tacchi, borsette griffate (tarocco si', pero' comunque piu' care e chic), veli in tinte abbinate alle camicette, spille per i suddetti veli e ogni genere di accessori.
Noi giriamo in ciabatte e calzoncini praticamente... sempre! e anche il 99% della gente qui e' abbastanza casual. Non siamo in una grande citta' e non ci sono zone di uffici o shopping center o vie del centro. Ci sono fabbriche, fabbriche, moschee, fabbriche, mercati e... indovinate un po'? Fabbriche! Quindi potete immaginare in cosa consista la schiccheria del luogo, piu' o meno direi in quella di una piccola cittadina produttiva di un paese del terzo mondo, ecco.
Bhe' a volte capita che la mattina siamo in fabbrica, nel grigiume della produzione, a parlare con i capo-reparto o altro e lei scende dall'ufficio tutta vestita di bianco, o di rosa, con le sue scarpine con i tacchi e con la camicina attillata e lunga che le fa da vestitino sopra i pantaloni ancora piu' attillati, con le maniche lunghe lunghe svolazzanti seguite dallo svolazzamento del lungo velo appuntato con una spilla creando pieghe ordinate e disinvolte. Fa morire!

Quindi, dicevamo, si e' inevitabilmente iniziata a preoccupare del vestito, anzi, dei vestiti, visto che ne ha usati 4!
Il problema principale era se usare l'abito musulmano o quello tradizionale. Dopo mille perplessita' e ripensamenti, come ci si poteva facilmente aspettare, ha scelto il piu' bello dei due: quello tradizionale!
Una volta risolto il 'problema vestito' il resto e' tutto in discesa (hihihi come dicevano nel film What Women Want! chissa' come mi e' venuto in mente!)

Ma 'la discesa', ovvero la festa, il luogo, gli intrattenimenti e il cibo ve li racconto domani perche' ora altrimenti la faccio davvero troppo lunga!

martedì 3 agosto 2010

Alle nozze di Arista

Sabato sera siamo andati al matrimonio di Arista, una delle segretarie dell'ufficio.
E' una ragazza che e' con noi da due anni, ormai ha perso tutta la 'paura da straniero' nei nostri confronti e nell'ultima settimana e' stata a casa impegnatissima con tutti i preparativi per le nozze.
Eccola qui nel vestito tradizionale delle spose di Solo, una citta' di Java Centrale (di cui non e' ne' originaria ne' abitante, ma si vede che le piaceva di piu'!):

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