La prima cosa che mi verrebbe da dire parlando del Nepal è: prima le notizie brutte o quelle belle?
Si perché ci siamo stati pochissimo e so che non si può mettere una croce sopra un paese avendone visto solo un'infinitesima parte e in pochissimo tempo ma devo dire che in Nepal ha scalato alla grande la nostra personalissima classifica dei paesi più brutti mai visitati!
Principalmente per via dei suoi abitanti a dire il vero.
Anche in questo, ne sono certa, non si può generalizzare, ma nel poco tempo che abbiamo avuto non ci è capitato di trovare quei pochi aghi nel pagliaio che ci facessero anche solo pensare che il paese in questione possa avere qualche speranza!
Abbiamo visto delle cose bellissime, stupa, centri storici di aree in cui sembrava di tornare in dietro nel tempo, gente vestita con colorati abiti tradizionali e con volti da cartolina.
Abbiamo patito il caldo polveroso, il fetore, il disordine, la scortesia, la disorganizzazione, le irritanti scuse asiatiche e le ancor più irritanti manifestazioni di inospitalità, superiorità, sfacciataggine degli arroganti abitanti di un paese fallito in cui stavamo, come tutti i turisti, portando soldi con la sola, evidentemente folle, 'pretesa' di qualche momento di relax tra una foto e l'acquisto di un souvenir.
Abbiamo mangiato una splendida cena di 9 portate (estendibile a 22) in un compound patrimonio dell'Unesco.
Abbiamo cambiato soldi in un casinò-fregatura dove stavano spennando un gruppo di russi dopo che l'arrogante concierge di un hotel 5 stelle ci aveva trattato come miserabili ladri perché avevamo banconote da 1.000 Rupie indiane legali e accettate ovunque tranne che in Nepal (dove accettano normalmente tutte quelle al di sotto delle 500 Rupie).
Abbiamo camminato al tramonto attorno allo stupa di Boudhanath con centinaia di nepalesi e gruppi di tibetani, dietro ottimo suggerimento di Niki, con la testa per aria a fotografare palazzi e bandierine colorate con preghiere lette dal vento.
Abbiamo guardato grovigli di cavi elettrici pieni di stupore perché erroneamente credevamo che i grovigli di cavi indonesiani fossero al limite della follia umana ma, si sa, non c'è mai limite al peggio!
Abbiamo camminato tra le scenografiche piazze de 'Il Bambino d'oro' nelle quali sembrava di tonare indietro di secoli.
Abbiamo fotografato simpatici esempi di vita di tutti i giorni, che inesorabilmente dopo il 'Clik' ci correvano dietro a chiederci la mancia.
Abbiamo girato e visto girare cilindri pieni di preghiere in templi e cortili.
Abbiamo visto la finestra con il pavone....
... e quella con la gallina...
Insomma, è stato dolce e amaro, bello e impossibile, con i suoi alti e bassi e chi più ne ha più ne metta!
Biscotti bicolore. Versione 2
12 ore fa
Belle fotografie! Certo che, se i'atmosfera generale in Nepal è così ostile, scoraggiano i turisti.
RispondiEliminaNon importa quanto tempo si sta in un luogo, a volte basta un finesettimana per rilassarsi e per tornare a casa con bei ricordi e il desiderio di tornare il più presto possibile.
Forse, però, per visitare il Nepal è meglio, come avete fatto voi, programmare un soggiorno breve: vedere quello che c'è da vedere e poi tagliare la corda.
Di nuovo, complimenti per le immagini suggestive. Ciao. Gio
"vedere quello che c'è da vedere e poi tagliare la corda" ...hai colto nel segno!! hihihi....
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