domenica 4 gennaio 2009

Jagung, ovvero... mais

Come forse vi ho gia' raccontato Pak Sutar, ovvero il nostro guardiano notturno aveva piantato mais per tutto il giardino durante la nostra assenza anche perche' dal momento che il pozzo era stato scavato con quella fantastica e "modernissima" macchina si era riempito di gasolio (in pratica avevano inquinato la falda, per dirla come stanno le cose...) quindi avevano pensato, in nostra assenza, di lasciare la pompa provvisoria girare per tirare su l'acqua sporca di gasolio, senza naturalmente metterla in modo che il tubo di presa dell'acqua fosse nel filo superiore della falda in modo da raccogliere il gasolio che galleggia... quindi sono andati avanti a pompare acqua per mesi e alla fine l'acqua ancora puzzava di gasolio!
Nel frattempo, visto che gli sembrava un peccato buttare via tutta quell'acqua anche perche' era stato fatto nel periodo secco, quando non piove per settimane, hanno pensato bene di piantare mais ovunque e di fare una serie di canatetti per irrigarlo.
La piantagione principale, naturalmente, e' stata fatta subito dietro il pozzo, ovvero esattamente in mezzo al giardino.

Quando siamo arrivati ad inizio dicembre il mais era molto piccolo, un metro e venti circa e ancora lontano dal produrre le pannocchie. Ma il periodo delle pioggie era gia' iniziato e quindi non abbiamo sempre avuto seri dubbi sul fatto che quel mais sarebbe mai potuto maturare prima di morire affogato nella pioggia...
Ora e' passato un mese e il mais e' sempre della stessa altezza ma aveva iniziato a fare delle piccole pannocchie. Davvero piccoline, abbena abbozzate, diciamo una decina di centimeri. Ben lontane dalla maturazione, pensavamo noi.
Bhe' l'altro giorno Pak Sutar ha tagliato una parte del mais, portando via tutto, radici comprese.
Alla sera, quando l'abbiamo visto gli abbiamo chiesto se le aveva tolte perche' aveva perso le speranze sulla loro maturazione o che altro lui ci ha detto tutto felice ah.. vi piace il Jagung? Ora lo ha mia moglie, poi ve lo porto.
Qui c'e' da aprure una parentesi sull'indonesiano.
L'indonesiano e' (e non sono io che lo dico, e' una cosa riconosciuta da tutti) la lingua piu' semplice in assoluto fra tutte. E' quella composta da meno parole perche' ogni parola ha mille significati, non ha tempi verbali, non ha femminile ne' maschile, non ha singolare ne' plurale... ma soffermiamoci sul problema dei mille significati a parola.
Tornando alle nostre pannocchie Sutar mi dice che ne ha raccolte un po' e portate a casa e che me ne avrebbe portate un po' quando erano "sudah maten". Sudah vuol dire gia', mentre maten vuol dire mature/pronte/...e mille altre cose. Ma visto che le pannocchiette erano davvero piccoline noi lo abbiamo interpretato come mature anche se ci chiedevvamo come diavolo fosse possibile far maturare delle pannocchie di quella dimensione non sulla pianta, va bene che qui il sole e' forte, pero'...
Verso le 19 Sutar si e' ripresentato con un paio delle sue figlie e una manciata di suoi nipotini (ne ha davvero una marea, praticamente solo la sua famiglia fa la popolazione di mezzo villaggio...) Ci salutano e ci danno un sacchettino nero di pannocchiette bollenti:
In realta' lui con maten voleva dire cotte, e quindi non appena sua moglie ha finito di bollirle ce ne ha portate un po'!
Sono buone e dolci anche se davvero piccine...


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