giovedì 5 agosto 2010

Alle nozze di Arista - I tempo

L'altro giorno volevo scrivere delle nozze di Arista.
Volevo fare tutta una spiegazione puntuale di quello che e' successo da cio' che ha causato la proposta alla fine della festa...
Poi ho pensato che sarebbe stato troppo lungo! allora alla fine ho decisamente scritto troppo poco! come giustamente mi ha fatto notare NonnaPapera...
Ora cerco di rimediare allora!

Questa storia del matrimonio inizia in realta' con un licenziamento. Ad Aprile abbiamo licenziato un ragazzo che lavorava poco e male e faceva lavorare male anche altri per via della sua fama di usare qualcosa di assimilabile alla magia nera. Quando e' stato licenziato e Arista gli ha pagato l'ultimo stipendio e la liquidazione lui le ha 'augurato' di non restare zitella.
Se volete vederla come la vedono qui le ha fatto un malocchio terribile e preoccupante ma per fortuna la magia non si e' avverata.
Se invece volete vederla alla fredda maniera occidentale dove le cose si muovono piu' come sequenze di cause ed effetti.... bhe'...: lei e' andata a casa preoccupatissima a lamentarsi dell'accaduto con amici, parenti, e... con il suo ragazzo. Poi si sa'... una cosa tira l'altra... e lui sentendola lamentarsi di restare zitella...
Bhe' in ogni caso bisogna ammettere che il ragazzo licenziato, seppur indirettamente, ha ottenuto il suo scopo, cioe' quello di far girare le scatole a noi!!

Gia' la proposta in se' e' una cosa strana:
I due ragazzi avevano gia' parlato tra loro del matrimonio ma con leggerezza e senza nulla di preciso o definito. Senza 'la proposta' per capirci.
Una mattina (scelta perche' propizia, naturlamente) lui con i genitori si e' presentato a casa di lei con tanto di anello a farle la proposta vera e' propria. Lei ha acconsentito e poi e' venuta in ufficio lasciando l'anello, il ragazzo, i genitori del ragazzo e i suoi genitori a casa ad organizzare e definire tempi e modalita'.
E questa freddezza con cui ve lo racconto non e' nulla confronto a quella con cui lei l'aveva raccontato a noi!
Non che non fosse contenta, o che non fosse sorpresa, anzi. Solo che l'ha presa cosi', un po' con freddezza, un po' con filosofia e con un po' di sollievo che la profezia/iettatura non si fosse avverata.Trovo che siano un po' tutti senza passione e con le emozioni smorzate al minimo, l'abbiamo gia' notato anche in altri casi, poi magari e' solo un'impressione ma...

Il giorno delle nozze e' stato scelto dal 'grande puffo' e sicuramente era localmente riconosciuto come un giorno propizio perche' ci sono state decine di matrimoni celebrati nello scorso week end qui nella zona!
A un mesetto di distanza dalla proposta, la data era fissata e Arista ha iniziato a pensare ai preparativi, ai vestiti, agli inviti...

Arista e' una ragazza religiosissima, almeno per la media di qui, e' l'unica tra quelli che lavorano per noi, oltre alla Pem che lavora a casa nostra, che prega davvero 5 volte al giorno. Bhe' sempre con un po' dell'elasticita' tipica indonesiana con cui prendono l'islam qui, naturalmente!
Gia' il suo nome fa un po' sorridere, visto che lei stessa dice che preferirebbe toccare un topo che non un maiale. Ma la cosa che mi fa davvero morire e' il fatto che, nonostante sia l'unica in tutta la fabbrica a portare il velo, e' la piu sexy e alla moda di tutte!
E gracilina e piccolina e si e' sempre spesa quasi tutto lo stipendio per farsi acquistare, dalla sorella che vive a Jakarta, vestiti all'ultima moda, scarpe con i tacchi, borsette griffate (tarocco si', pero' comunque piu' care e chic), veli in tinte abbinate alle camicette, spille per i suddetti veli e ogni genere di accessori.
Noi giriamo in ciabatte e calzoncini praticamente... sempre! e anche il 99% della gente qui e' abbastanza casual. Non siamo in una grande citta' e non ci sono zone di uffici o shopping center o vie del centro. Ci sono fabbriche, fabbriche, moschee, fabbriche, mercati e... indovinate un po'? Fabbriche! Quindi potete immaginare in cosa consista la schiccheria del luogo, piu' o meno direi in quella di una piccola cittadina produttiva di un paese del terzo mondo, ecco.
Bhe' a volte capita che la mattina siamo in fabbrica, nel grigiume della produzione, a parlare con i capo-reparto o altro e lei scende dall'ufficio tutta vestita di bianco, o di rosa, con le sue scarpine con i tacchi e con la camicina attillata e lunga che le fa da vestitino sopra i pantaloni ancora piu' attillati, con le maniche lunghe lunghe svolazzanti seguite dallo svolazzamento del lungo velo appuntato con una spilla creando pieghe ordinate e disinvolte. Fa morire!

Quindi, dicevamo, si e' inevitabilmente iniziata a preoccupare del vestito, anzi, dei vestiti, visto che ne ha usati 4!
Il problema principale era se usare l'abito musulmano o quello tradizionale. Dopo mille perplessita' e ripensamenti, come ci si poteva facilmente aspettare, ha scelto il piu' bello dei due: quello tradizionale!
Una volta risolto il 'problema vestito' il resto e' tutto in discesa (hihihi come dicevano nel film What Women Want! chissa' come mi e' venuto in mente!)

Ma 'la discesa', ovvero la festa, il luogo, gli intrattenimenti e il cibo ve li racconto domani perche' ora altrimenti la faccio davvero troppo lunga!

2 commenti:

  1. Macché troppo lunga, a me interessa!
    Trovo già stuzzicante il fatto che una ragazza che si chiama come un pezzo (prelibato) di maiale inorridisca di fronte al solo pensiero di toccare un "donatore di prosciutti"
    Se poi si pensa che il matrimonio è celebrato come uno ... scongiuro... insomma, la cosa è alquanto particolare ;-)
    aspetto le prossime puntate

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  2. Donatore di prosciutti e' bellissima e azzeccatissima come definizione!! semplicemente fantastica...

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