lunedì 19 gennaio 2009

Melaka, Malaysia

Forse non ho mai scritto che il nome di questo Blog deriva dalla Malaysia.
Tempo fa, nel 2007 mi pare, c’era uno spot, in tutto il Sud-Est Asiatico o quasi, che recitava “Malaysia truly Asia” e faceva vedere delle immagini e dei paesaggi puliti, ordinati, e ben organizzati della Malaysia mettendo davvero bene in evidenza quanto quello stato stava facendo per attirare il turismo e i turisti. Cosi’ ogni tanto quando vedevamo qui in Indonesia qualcosa di assurdo come strade e case allagate dalla pioggia, aeroporto di Jakarta chiuso per maltempo, lavori stradali mai terminati, traghetti che affondavano, treni che deragliavano, luce che mancava per ore… insomma tutte quelle cose caratteristiche di un paese del terzo mondo che non ha nessuna voglia di evolvere ci scherzavamo su dicendo Indonesia… not yet truly Asia ironizzando sul fatto che qui non si avvertiva la minima volonta’ di quel progresso e miglioramento che sta caratterizzando gran parte dell’Asia.
Questo week end siamo andati a Melaka (Malacca) in Malaysia.
Non ci eravamo mai stati, avevamo fatto quasi 4 anni fa uno splendido viaggio qui ma non eravamo arrivati fino a Melaka.
Devo dire che ci ha fatto uno strano effetto perche’ al di la’ della bellezza turistica la sensazione che abbiamo provato e’ un po’ contraddittoria. Da una parte davvero la Malaysia e’ molto piu’ avanti dell’Indonesia ma dall’altra la sensazione e’ quella che, come purtroppo altre zone asiatiche, si stia trasformando in un gran parco giochi.
Comunque sia, siamo atterrati a Kuala Lumpur e poi abbiamo preso un taxi per i 150 Km verso sud che ci separavano da Melaka. Ci abbiamo messo circa 2 ore; qui in Indonesia ce ne sarebbero volute 5.
Secondo la tradizione Melaka fu fondata nel 1400 da un principe originario di Sumatra che, costretto dall’invasione giavanese a lasciare Singapore, arrivo’ vicino ad un fiume dove un daino combatte’ coraggiosamente contro i suoi cani da caccia. Egli interpretando questo avvenimento come segno del destino decise di stabilirvisi e fondare la citta’.
Inizialmente la citta’ fu sotto la protezione cinese ma poi la Cina si rimangio’ la parola e l’allora sovrano della citta’ si converti’ all’islam (mannaggia ai cinesi… promesse da marinai…) e diffuse l’islam nella penisola malese e a Sumatra. I pirati dello stretto presero quindi accordi con il sultanato islamico di Malaka e questo permise alla citta’ di offrire protezione ai commercianti che attraversavano l’Asia via mare.
Avvertendo la potenza che la citta’ stava assumendo, nel 1509 i portoghesi chiesero di stabilirvi una loro base commerciale. Inizialmente furono ben accolti ma poi i commercianti indiani e musulmani li videro come una minaccia e quindi il primo ministro di Melaka fece rapire 20 uomini portoghesi per scoraggiarli. I portoghesi pero’ si arrabbiarono parecchio e mandarono Alfonso de Albuquerque, vicere’ portoghese delle Indie, con 18 navi e 1400 uomini a conquistare la citta’ e costruire un’imponente fortificazione, chiamata A Famosa.
Nel 1640 gli Olandesi attaccarono e conquistarono la citta’. Da quel momento molti commercianti asiatici ed europei abbandonarono Melaka, infastiditi dalle restrizioni imposte ai commercianti non olandesi.
Nel 1794 la Francia rivoluzionaria conquisto’ i Paesi Bassi e i rappresentanti olandesi a Melaka chiesero alla Gran Bretagna di occupare le loro colonie malesi in modo che non cadessero in mano ai francesi. Gli inglesi che gia’ avevano una colonia nell’isola malese di Penang piu’ a nord non solo non se lo fecero ripetere ma, sicuri di dover rendere la colonia agli olandesi di li’ a poco, ne indebolirono la posizione commerciale e smantellarono il forte olandese.
Ecco l’unica parte rimasta del forte A Famosa, la Porta di San Giacomo:

Di fronte alle rovine del forte, una schiera di Becak coloratissimi e addobbatissimi in preparazione del capodanno cinese che ci sara’ fra poco:

forse non si vede bene nella foto ma il lavoro di addobbo e’ davvero notevole ed originale:

non abbiamo resistito, e cosi’ ne abbiamo preso uno per fare il giro della citta' e sentirci un po' piu' turisti. Ecco qui il nostro addobbatissimo mezzo di trasporto:

E questa faccia poco affidabile e’ stata il nostro autista, anzi, pedalatore! poverino... con quello che pesiamo!

Una volta a bordo abbiamo scoperto che sotto quel manto di coloratissimi fiori di plastica si nascondeva un cuore davvero tecnologico, completo di stereo e di musica a tutto volume: il tutto messo assieme da un impianto elettrico in tutta sicurezza: non molto diverso da quello di tutte le case del resto ;-)
C'e' da dire pero' che il meglio di loro lo danno di notte quando tutti questi becak in giro per la citta' si accendono di mille lucine oltre che di musica:

Al di sopra della porta di San Giacomo da cui siamo partiti si erge la collina di San Paolo con le rovine dell’omonima chiesa costruita nel 1521:
Davanti alla facciata della chiesa c'e' il campanile aggiunto nel 1556 e la statua di San Francesco Xavier ordinata dal vescovo di Macao per il quadricentenario della chiesa pensate un po dove... in Italia. Fu scolpita dall'italiano G Toni su bianchissimo marmo di Carrara. La statua e' senza un braccio a rappresentazione del fatto che il braccio destro del santo si trova a Roma e non a Goa dove il resto del corpo e' sepolto. San Francesco Saverio infatti divenne santo perche' quando il Papa nel 1614, ha chiesto che il corpo fosse riesumato per poter avere il braccio destro a Roma, dalle sue vene usci' sangue come da un corpo vivo, nonostante fosse morto da ben 62 anni.

Guardando il panorama che si scorge dalla collina non possiamo fare a meno di pensare alle parole di Terzani che nel suo libro “Un indovino mi disse” scriveva di come fosse tranquilla questa collina dove si era fermato a leggere all'ombra degli alberi, dove si respirava ancora l'aria della vera Malysia...
Ma quanto e’ cambiata Melaka in 10 anni? Guardate com’e’ ora il panorama da quella collina: certo leggendo Terzani non si penserebbe a questo no?

Tornando alla nostra storia, per concludere, quando gli olandesi tornarono nel 1818 a Malaka trovarono un disastro economico cosi’ abbandonarono la penisola malese e si concentrarono sull’Indonesia.
Quindi, io mi chiedo, davvero la storia mi dice che se in Francia non ci fosse stata la rivoluzione gli olandesi non sarebbero venuti in Indonesia? E magari gli inglesi avrebbero stabilito una colonia a Sumatra per contrastare la potenza di Makala?
Perche’ forse se l’Indonesia fosse stata colonia inglese e non olandese allora ora avremmo strade migliori! E tutto quel sistema di welfare che in Malaysia c’e’ e qui no!!

Sotto la collina di San Paolo si trova la Dutch Square o Red Square cosi’ chiamata perche’ gli edifici che si affacciano sulla piazza sono stati costruiti dagli olandesi con grossi mattoni color salmone importati dai Paesi Bassi.
Lo Stadhthuis di cui si scorge il portico sulla destra della foto e’ tra i piu’ vecchi edifici coloniali costruiti in asia dagli Olandesi. Fu edificato tra il 1641 e il 1660 per farne la sede del municipio.


Molto carine sono anche le viuzze porticate nei pressi della piazza, ora tutte addobbate per il capodanno cinese:

Vi si trovano anche suggestivi e polverosi negozi che vendono mille tipi di qualita' di te diversi. Pensate che quelle "ciambelle" nella parte sotto del mobile sono piene di un particolare tipo di te che piu' invecchia piu' diventa buono (e caro): Un ponte collega la parte meridionale di Dutch Square con l’antico quartiere commerciale fondato dai Cinesi.
Mi ha fatto ridere perche', una volta passato il ponte abbiamo sentito dei cagnolini abbaiare in un vicolo e io volevo vedere da dove arrivassero quei guaiti. Cri mi ha detto di lasciar stare he magari erano nel retro di qualche ristorante per essere mangiati. Qualche passo dopo abbiamo visto quella cosa rossa nella foto sotto e abbiamo detto ma no, guarda che c'e' anche la cuccia...
Ma la cuccia in realta' non e' una cuccia, era un tempiotto cinese, mentre i cagnetti erano in casa, affacciati alla griglia della porta!

In questa zona si trovano moltissimi negozietti risalenti al periodo coloniale e le abitazioni dei Baba, discendenti di antichi nuclei cinesi che storicamente si sono integrati nella societa’ malese dimostrando una certa insofferenza nei confronti dei cinesi, con i quali rifiutavano ostinatamente ogni identificazione. Nonostante cio’ i Baba diedero asilo a diversi dissidenti cinesi tra i quali Sun Yat-Sen destinato a diventare il primo presidente della Repubblica Cinese.

In questi giorni il quartiere cinese si esprime al meglio visto l'avvicinarsi del capodanno:


5 commenti:

  1. Che bella vacanza!!! O miodio, com'è pulita la Malesia!
    Che meraviglia!!!
    E che belle foto!

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  2. Eh si' e' davvero incredibilmente pulita e ordinata la Malesia, e' sensazionale quello che sono riusciti a fare in pochi anni, e vedessi le strade! non so se li' in Nepal sono come qui in Indonesia, ma quelle malesi sono davvero belle, larghe, pulite... autostrade e ponti fatti come si deve...

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  3. Il Nepal è infinitamente peggio delll'Indonesia. Lo sporco è indicibile, credo che il primato della sporcizia se lo contenda con l'India e le strade sono disastrose. Perfino le strade principali di KTM, che è la capitale, sono strette, piene di buche e di... buchi. Nel senso che aprono un tombino, o scavano una buca fondissima e li lasciano così, tipo, cavoli tuoi se ci finisci dentro....

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  4. eheheh e' in momenti come questi che si capisce davvero il significato della frase Le infrastrutture fanno grande un paese!
    Per le buche nelle strade qui ci mettono dentro dei rami di cespugli non ho capito bene se per cercare di tapparle o di renderle visibili cosi' oltre alla buca capita a volte di trovare anche un capretto o una pecora in mezzo alla strada da schivare!

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  5. @ Altro che Emilio Salgari! Questi sono i veri misteri dell'Asia!!! ;-)

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